martedì 10 dicembre 2013

Ospedale del Mare. Interrogazione

Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00385
Atto n. 4-00385

Pubblicato il 19 giugno 2013, nella seduta n. 44


BOTTICI, DONNO, BENCINI, VACCIANO, ORELLANA, PUGLIA, MORONESE, NUGNES, CIOFFI, PEPE, CIAMPOLILLO, PAGLINI, LUCIDI, MANGILI, COTTI, FUCKSIA, BLUNDO, CAMPANELLA, BERTOROTTA, SERRA, BOCCHINO, MUSSINI, MASTRANGELI-

Ai Ministri dell'interno e della salute.

Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:
il progetto di realizzazione dell'Ospedale del Mare (Napoli) risale al 1997 tramite individuazione dell'area sulla quale costruire la struttura, mentre l'approvazione del primo progetto risale al 2003, quando fu sottoscritto un accordo di programma tra Regione Campania, Comune di Napoli e Azienda sanitaria locale (Asl) Napoli 1; in data 21 ottobre 2004 fu firmato il contratto che diede avvio alla realizzazione della megastruttura sanitaria con consegna prevista entro la primavera del 2008;
il 14 maggio 2009 l'amministrazione regionale nominava Ciro Verdoliva commissario ad acta per provvedere, in sostituzione dell'Asl Napoli 1, all'esecuzione delle opere del nosocomio;
nell'ottobre 2010 i lavori subirono un arresto sia a causa di problemi economico-strutturali con la ditta appaltatrice sia per dare seguito ad una modifica alla normativa sanitaria regionale (delibera della Giunta regionale della Campania n. 54 del 2010), volta ad elevare l'Ospedale del Mare da semplice presidio ospedaliero dell'Asl Napoli/1 ad Azienda di rilievo nazionale;

in data 29 maggio 2013, il commissario ad acta Ciro Verdoliva ha annunciato che "tutti gli ostacoli burocratici sono stati rimossi" e che i lavori di costruzione sarebbero ripresi nel mese di settembre 2013 ("Corriere del Mezzogiorno" del 30 maggio 2013);
il CIPE (Comitato interministeriale programmazione economica), tramite delibera 3 agosto 2012, n. 90, ha varato lo stanziamento di 178 milioni per la realizzazione della struttura ospedaliera;
la struttura ospedaliera avrà un ruolo strategico nel piano ospedaliero della Regione Campania e, una volta terminata, ospiterà un edificio da 450 posti letto, 16 sale operatorie e un albergo da 50 camere, quest'ultimo pensato per accogliere i familiari dei pazienti e i malati a bassa assistenza sanitaria. All'interno dell'Ospedale del Mare saranno impiegati circa 1.400 tra medici e infermieri;
nella struttura confluiranno altri nosocomi del centro storico di Napoli: Ascalesi, Loreto Mare, San Gennaro e Incurabili;
considerato che, a quanto risulta agli interroganti:
l'Ospedale del Mare è attualmente in costruzione nella zona est del Comune di Napoli (Quartiere Ponticelli), immediatamente al confine con il Comune di Cercola, a meno di 8 chilometri dal centro eruttivo del vulcano Vesuvio, all'interno della zona gialla di pericolosità vulcanica ed a soli 100 metri dal limitare della zona rossa (nel settore nord-occidentale del Vesuvio);
nei siti in cui sono presenti vulcani, la Protezione civile individua e delimita l'area a massima pericolosità, nominandola zona rossa. Secondo i criteri amministrativi seguiti dalla Protezione civile, i limiti della zona rossa variano da zona a zona, da un massimo di 12 chilometri ad un minimo di 7 chilometri;
a detta di autorevoli vulcanologi, il rischio reale per questo Ospedale, in caso di eruzione vulcanica, sarebbe l'esposizione alle ceneri, anche in considerazione del fatto che, nella storia vulcanologica del Vesuvio, i flussi hanno raggiunto distanze di oltre 10 chilometri rispetto al centro eruttivo;
secondo il parere scientifico del professor Benedetto De Vivo, ordinario di geochimica, e del professor Giuseppe Rolandi, ordinario di geochimica ambientale all'Università Federico II di Napoli, l'Ospedale sarebbe costruito in un sito che, per prossimità alla bocca eruttiva del vulcano, risulterebbe interessato da almeno tre diversi tipi di rischio: 1) invasione da parte di correnti piroclastiche dense (note come pyroclastic flows), che viaggiano ad una velocità di oltre 200 chilometri all'ora ed a circa 500 gradi di temperatura, raggiungendo distanze ben oltre i 7 chilometri, con un potere distruttivo assoluto; 2) la particolare dinamica della colonna eruttiva pliniana può comportare la deposizione, in un'area con diametro dal cratere di 6-8 chilometri, di oltre 1-2 metri di materiale piroclastico, composto da pomici, ceneri e frammenti lavici, che esercitano un peso sulle strutture maggiore di 1.300 chilogrammi al metro quadrato, e si ha motivo di dubitare che l'Ospedale sia progettato per sopportare tale carico; 3) la stessa zona può, con forte probabilità, essere interessata anche da flussi di fango (noti come lahars), il cui potere distruttivo, pur se inferiore ai pyroclastic flows, risulta elevatissimo;
i limiti esterni della zona rossa seguono i confini amministrativi dei Comuni presenti intorno al Vesuvio. L'Ospedale del Mare è ubicato a nord-ovest del vulcano in un'area distante fra 7 e 8 chilometri, che era stata inizialmente comunque classificata come zona gialla: cioè una zona a pericolosità differita;
in data 28 aprile 2010 il quotidiano "La Repubblica", edizione di Napoli, riportava la notizia secondo cui la Protezione civile riterrebbe necessario allargare la zona rossa intorno al Vesuvio fino a comprendere anche porzioni del territorio di Napoli est, con conseguente previsione di una revisione del Piano di evacuazione che non riguarderà più 500-600.000 persone come previsto, e in tale circostanza i professor Benedetto De Vivo e professor Giuseppe Rolandi hanno rilasciato la seguente dichiarazione: "La cosa non può che fare piacere in quanto da anni ci battiamo per una revisione del Piano di Evacuazione, e da tempo, inascoltati, denunciamo il fatto che quello che sarà il più grande Ospedale dell'Italia meridionale, l'Ospedale del Mare, sia in costruzione a solo 100 metri di distanza dal limite della zona rossa nella frazione Ponticelli di Napoli";
la Protezione civile in data 11 gennaio 2013, al termine della riunione svoltasi con la Regione Campania e i comuni interessati, ha emanato una nota tramite esplicativa che riporta la motivazione per cui la zona rossa dell'area vesuviana è stata ampliata, comunicando che, a differenza di quella individuata nel Piano del 2001, la nuova zona rossa comprende, oltre ad un'area esposta all'invasione di flussi piroclastici, definita zona rossa 1, anche un'area soggetta ad elevato rischio di crollo delle coperture degli edifici per l'accumulo di depositi piroclastici (ceneri vulcaniche e lapilli), definita zona rossa 2, esplicitando che la zona rossa è da evacuare immediatamente e che i tempi di evacuazione variano dai 7 giorni previsti nel 2001 ai 3 giorni previsti dal nuovo piano;
la zona rossa del Vesuvio viene conseguentemente ampliata a tre quartieri del Comune di Napoli: San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli e a sette nuovi Comuni per un coinvolgimento totale di 800.000 cittadini,
si chiede di sapere:
quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere in relazione alla situazione rappresentata dall'Ospedale del Mare di Napoli, considerato che il sito dove è ubicato dovrebbe rientrare ufficialmente nella cosiddetta zona rossa di rischio vulcanico;
se non reputi opportuno, alla luce delle nuove evidenze scientifiche, effettuare ulteriori accertamenti, prima dell'avvio dei lavori di completamento del polo ospedaliero citato, al fine di valutare l'opportunità di realizzare un presidio strategico di rilevanza nazionale per la rete di emergenza che, proprio in caso di emergenza, dovrebbe essere evacuato.

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